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TANTO VA LA BIRRA AL LARDO CHE …..
Potrebbe essere un nuovo proverbio, come a dire che anche loro dovrebbero adeguarsi ai tempi che cambiano. E’ oramai assodato che il mercato delle bevande alcoliche abbia subito nell’ultimo decennio un incremento da parte del nettare di Cerere, ossia la birra, fino a contaminare parte della nostra cultura mediterranea, soprattutto riscontrando successo in quella parte di popolazione sotto la trentina: birra come protagonista indiscussa sia a livello di quota di mercato sia come produzione, quest’ultima con note positive sotto l’aspetto di valore e di qualità aggiunta, disseminando l’intero stivale con micro birrifici e locali annessi di somministrazione.
E’ il caso di “Picobrew Station”, un pub fondato da Pietro Tognani, laureato in scienze e tecnologie alimentari, che ha scelto di dedicarsi quasi esclusivamente alla produzione di birra e formaggi ed alla selezione di tutti i prodotti alimentari che si trovano nel pub, attualmente gestito dai due soci e amici Jacopo e Milo. Pietro è un appassionato del km zero con lo spirito della ricerca, della sperimentazione, sempre alla caccia di nuovi “abbinamenti” tra cibi e bevande.
E’ perciò ovvio che prima o poi, un residente della Milano Metropolitana ed un nostro norcino bergamasco, Davide Locatelli in quel di Vedeseta nell’alta Val Brembana, si sarebbero dovuti conoscere e collaborare.
Dal loro incontro, dalla passione di entrambi, non poteva che nascere un’idea: produrre un salame tipico bergamasco sostituendo di fatto il vino con la birra.
Stesso procedimento: accurata selezione delle carni, spezie e tecniche invariate, birra a bassa fermentazione, ambrata, con gradazione alcolica media che valorizza la componente maltata con retrogusto di nocciola, caramello e frutta secca.
Ne è uscito un prodotto molto interessante che è stato analizzato dal Gruppo Assaggiatori dell’Associazione Norcini Bergamaschi i cui componenti hanno degustato il prodotto dopo 60 e dopo 180 giorni dalla produzione, stilando le note di degustazione che vengono riportate di seguito.
“L’aspetto esterno porta i segni del tempo passato, prodotto il 10 novembre reca ancora con sè parte della muffa chiara che lo contornava, lasciando spazio a qualche acaro che non ha affondato nel prodotto, quindi risulta senza alcun danno.
La fetta risulta essere compatta e ancora umida nonostante gli ormai 175 giorni passati, traspare un po’ di sudore dato dalla non poca presenza di grasso che lo tiene abbastanza morbido ed elastico, peraltro senza segni di irrancidimento.
La parte olfattiva regala note di cantina e speziatura molto intense e variegate, al palato esplode un ventaglio di sensazioni aromatiche molto profonde e persistenti, fondendosi in una gustosa scioglievolezza che lo rende molto piacevole e di perfetto equilibrio.
Considerazioni finali : la domanda è d’obbligo ….. ma l’utilizzo della birra si avverte ? Ovviamente no, certo che l’aromaticità che regala, trasporta ad una paletta di sensazioni relegate al mondo vegetale e floreale oltre il fruttato secco che in parte deriva dalla prolungata stagionatura.
Interessante degustazione a distanza di 120 giorni dalla precedente sempre dello stesso prodotto, alcuni punti in comune con la stessa, da ripetere!” (Calcinate, 4 Maggio 2022).
….Si è aperto un mondo che, siamo certi, porterà a nuovi ed interessanti connubbi.